Un convegno sui disturbi del comportamento alimentare organizzato da FANEP ODV
Mercoledì 19 giugno u.s., in sala stampa Luca Savonuzzi a Palazzo d’Accursio, si è tenuta la presentazione del convegno “La voce delle famiglie: quale alleanza terapeutica è possibile?”, in programma venerdì 21 giugno, presso l’Hotel Savoia Regency, in Via del Pilastro 1 a Bologna,
Al convegno sui disturbi del comportamento alimentare, “LA VOCE DELLE FAMIGLIE: quale alleanza terapeutica è possible?”, organizzato da FANEP ODV,svoltosi poi presso il Savoia Hotel Regency a Bologna, è intervenuto l’Assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Nazionale Salute. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso, in un messaggio di saluto, i sensi di apprezzamento al lavoro di Fanep.
Erano presenti:
Emilio Franzoni, professore neuropsichiatra infantile, presidente Fanep: Simona Simone, project manager Fanep e Giacomo Tarsitano, consigliere comunale di Bologna.
Passaggi della presentazione
Un estratto delle parole del Presidente, Prof. Emilio Franzoni: “Il passaggio del Centro Regionale all’Ospedale Bellaria, pur trovando una location accogliente, mostra indubbiamente dei limiti funzionali in spazi che chiaramente non erano stati pensati per i DCA. Il Convegno quindi sarà dedicato in particolare ai genitori che, troppo spesso, sono relegati ai margini dei percorsi terapeutici e non sempre sostenuti con un numero sufficiente di operatori specializzati”.
Ha aggiunto Stefano Bertomoro, vicepresidente nazionale del Coordinamento DIA (Disurbi Alimentari”: “Mia figlia nascondeva la pasta non mangiata nelle ciabatte, poi era diventata perfetta nel mostrare agli altri il proprio ordine. Se i vostri familiari diventano troppo ordinati, cominciate ad avere paura”.
L’Assessore Donini ha dichiarato: “Polemizzare con il Governo non è mai piacevole. Mi batto e ci battiamo perché clinici e famiglie condividano i percorsi di cura. In Emilia-Romagna c’è il 20% delle strutture nazionali dedicate a questa patologia e il 33% delle strutture del Nord Italia. Il problema maggiore della sanità italiana è l’assoluta disomogeneità delle possibilità e dei trattamenti. Non possiamo rispondere alla disomogeneità con l’autonomia differenziata. Il PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) va assolutamente reso armonico, e i gap tra le varie regioni meno forti. Quanto alla riduzione delle liste di attesa, il privato di livello – e accreditato, anche in PDTA – è assolutamente integrato nel percorso di cura. Per il privato valgono, in sostanza, le stesse regole della struttura pubblica. Attiviamo anche nei nostri Pronto Soccorso il “codice lilla” per avviare cure mirate a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare. Non sono convinto che tutto sia stato accelerato dal Covid, ma una serie di cambiamenti sociali. Gli psicologi di comunità servono come antenne sul territorio: ne abbiamo messi in opera 50, l’obiettivo è averne 76”.
A.B.