Bologna : l’Università allo SUGAR Expo Cloud

Le soluzioni degli studenti alle sfide delle imprese, tra robotica, big data e salute

È uno degli eventi di global innovation più grandi al mondo e sarà presente anche l’Università di Bologna, in collaborazione con Almacube – hub innovativo dell’Università di Bologna e di Confindustria Emilia Centro – anche con l’Università di Modena e Reggio Emilia, per rispondere alle richieste di innovazione lanciate da grandi aziende come IMA, Sanofi Genzyme e Medicover.

Venerdì 5 giugno è la giornata di SUGAR Expo Cloud, uno degli eventi di global innovation più grandi al mondo, che solitamente si svolge in California ma che quest’anno, per la prima volta, sarà interamente online. Un evento per toccare con mano il futuro di molti dei settori più interessanti del momento: dalla robotica all’intelligenza artificiale, dalla sanità ai big data.

SUGAR è il più grande network globale che unisce università, aziende e organizzazioni mondiali per lavorare insieme sul futuro dell’innovazione e per creare nuove soluzioni che abbiano un impatto reale sulla società e sulle persone. E anche l’Università di Bologna, in collaborazione con Almacube e l’Università di Modena e Reggio Emilia, sarà presente con i team di studenti che hanno lavorato alle sfide lanciate dalle aziende.

“La partecipazione dell’Università di Bologna, con i suoi studenti, ad uno dei più grandi eventi al mondo di global innovation racconta bene l’impegno che in questi anni il nostro Ateneo ha posto sul tema dell’innovazione, anche grazie alla preziosa sinergia con il mondo delle imprese”, dichiara la professoressa Rosa Grimaldi, delegata dell’Alma Mater per l’imprenditorialità e i rapporti con le imprese. “Sarà una giornata all’insegna dell’innovazione nei settori più diversi, che offrirà ispirazioni dalle culture più variegate e insight dagli studenti più talentuosi: una preziosissima opportunità per farsi contaminare e incuriosire da questo grande network globale”.

Tutto è cominciato nove mesi fa, quando 25 squadre di studenti provenienti da 30 università di tutto il mondo hanno iniziato a lavorare alle sfide di innovazione proposte da 25 aziende e organizzazioni globali. Ora è il momento di presentare le soluzioni ideate. Gli studenti hanno lavorato seguendo l’approccio del Design Thinking, caratterizzato da una costante attitudine alla ricerca, dal ruolo centrale e primario degli utenti per i quali si sta progettando e da una continua iterazione ed evoluzione delle soluzioni ideate, applicate e riviste con prototipi e test.

L’Università di Bologna, in collaborazione con Almacube e l’Università di Modena e Reggio Emilia, ha partecipato insieme a molti altri atenei, tra cui Aalto University (Finlandia), Kyoto Institute of Technology (Giappone), Universidade de São Paulo (Brasile), Technical University of Munich (Germania), San Francisco State University (USA). E dall’altro lato sono state coinvolte organizzazioni ed aziende di respiro globale, come IMA, Sanofi Genzyme, BMW, Generali, Yanmar, Medicover, IBM, Bosch e molte altre.

le raccomandazioni di Beatrice

IMA, una delle più grandi eccellenze del nostro territorio a livello globale, ha collaborato con l’Università di Bologna e la Stanford University con l’obiettivo di “ripensare la collaborazione uomo-robot in ambienti industriali per aumentare sicurezza ed efficienza”: uno dei temi più caldi dei giorni nostri.

“Siamo molto contenti per i risultati del progetto e per i passi fatti in avanti nel ripensare la cooperazione uomo-robot”, spiega Davide Baraccani, R&D Mechanical Technical Dept. IMA Group. “Scopo della sfida proposta alle due Università coinvolte, è stato ridisegnare gli strumenti di comunicazione tra robot e operatori, migliorare le condizioni di lavoro e l’efficienza senza compromettere la sicurezza negli ambienti industriali. Temi aperti sui quali il team studentesco multidisciplinare ha concentrato gli sforzi e trovato soluzioni progettuali e di prototipazione concreta – quali ad esempio l’utilizzo di proiettori a terra per la profilazione luminosa delle aree di lavoro e la tecnologia UWB basata sulla triangolazione, per l’identificazione fisica degli elementi fisici e degli operatori”.

Insieme ad IMA, hanno partecipato anche Sanofi Genzyme, la global business unit di Sanofi dedicata alla speciality care, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e il Politecnico di Milano; e Medicover, azienda polacca che si occupa di cura della persona, insieme all’Università di Bologna e alla Warsaw University of Technology.

La sfida lanciata da Sanofi Genzyme ha riguardato “il miglioramento della vita delle persone affette da sclerosi multipla e da malattie oncologiche” e ha portato il team di studenti a sviluppare una soluzione per aiutare i pazienti e i caregiver a gestire la fatigue: un forte stato di stanchezza mentale e fisica che accompagna i pazienti per lunghi periodi della loro vita, soprattutto durante i trattamenti medici.

“Crediamo fortemente nella capacità dell’Open Innovation di generare idee e soluzioni originali e realmente utili; lo abbiamo visto con la nostra iniziativa Make to Care, giunta al quinto anno, e partecipando ad altre iniziative simili a SUGAR, come ICARO Unimore e Challenge-Based Innovation@CERN”, commenta Marcello Cattani, Country Lead e Direttore Generale Sanofi Italia. “Queste esperienze ci hanno mostrato l’enorme potenziale offerto dall’incontro tra studenti brillanti e grandi sfide di salute. Per SUGAR, il team ha elaborato un prototipo molto promettente per qualità e utilità, pensato per e con i pazienti e i caregivers. A loro vanno i miei complimenti, a nome di tutta l’azienda”.

Medicover ha invece chiesto agli studenti di lavorare sul “miglioramento dell’esperienza dentistica dei millennials”: il risultato è un nuovo strumento digitale di prevenzione che permetterà ai millennials di comprendere e monitorare lo stato della propria igiene dentale e prendersi cura di sé stessi, in maniera proattiva e in connessione con il proprio dentista.

MDG

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