Per la prima volta l’IPPNW (internazionale medici per la prevenzione della guerra nucleare) ha inviato una delegazione internazionale ufficiale alla conferenza mondiale delle Nazioni Unite (COP 28) sui cambiamenti climatici
I temi della salute umana, ambientale e della pace, per la prima volta, al centro del processo decisionale durante il vertice COP, che nel 2023 si è tenuto a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.
Di seguito in dettaglio alcuni dei passaggi presentati:
1. La militarizzazione e la corsa agli armamenti globale in corso stanno esacerbando la catastrofe climatica
Si stima che l’attività militare contribuisca al 5,5% delle emissioni globali di gas serra rispetto al 4,4% del settore sanitario globale (anche se lo scopo di uno è uccidere e distruggere mentre l’altro è destinato a sostenere la vita).
Evento collaterale alla Cop 28 by Birmal Khadka
Tuttavia, secondo l’UNFCCC, la loro segnalazione rimane volontaria e i dati ufficiali per paese rimangono scarsi. Gli studi mostrano sempre più l’impatto delle emissioni di carbonio a livello militare, vale a dire che nel 2017 il Pentagono è stato responsabile di più emissioni di carbonio rispetto a paesi come Svezia o Danimarca.
Gli effetti climatici e ambientali delle guerre sono ancora meno presi in considerazione. I ricercatori hanno scoperto che i primi 12 mesi di guerra in Ucraina hanno prodotto 119 milioni di tonnellate di CO2, tanto quanto il Belgio ha prodotto nello stesso periodo.
Mentre gli eserciti e gli attori della difesa elaborano strategie climatiche, non vi è alcuna prova che un “rinverdimento” delle forze armate sia possibile. Anche se lo fosse, i cicli di produzione e di durata delle attrezzature militari superano di gran lunga la finestra temporale di chiusura per l’azione per il clima.
L’aereo da caccia F-35, ad esempio, produce 28 t di CO2 con un pieno di carburante, equivalente all’impronta di CO2 media annua di 4 cittadini tedeschi o 70 cittadini kenioti. Si prevede che l’F-35 diventi la pietra angolare della potenza aerea della NATO e degli alleati degli Stati Uniti e che opererà fino al 2070.Dobbiamo dimezzare le emissioni entro il 2030 per rimanere entro il limite di 1,5 gradi e garantire così la salute umana e planetaria. Dobbiamo affrontare le emissioni militari.
Evento collaterale alla Cop 28 by Birmal Khadka
2. La spesa militare globale è più alta che mai, dirottando risorse dall’azione per il clima
Nel 2022 la spesa militare mondiale è salita a 2.240 miliardi di dollari, 82,9 miliardi di dollari sono stati spesi solo per le armi nucleari. Affrontare la catastrofe climatica richiederà finanziamenti per la mitigazione, l’adattamento e le perdite e i danni, una delle principali questioni negoziate alla COP28. Il Fondo verde per il clima e altri strumenti finanziari per l’azione climatica sono notoriamente sottofinanziati. L’ultimo rapporto dell’IPCC afferma chiaramente che lo spazio fiscale potrebbe dover provenire da altre fonti e che “moderate riduzioni della spesa militare (che potrebbero comportare la risoluzione dei conflitti e accordi transnazionali sulle limitazioni degli armamenti) potrebbero liberare considerevoli risorse per l’agenda degli SDG”.
Evento collaterale alla COP 28 by Bimal Khadka
3 Le armi nucleari minacciano un cambiamento climatico catastrofico
Le armi nucleari rappresentano una grave minaccia esistenziale per la salute umana e ambientale. Una cosiddetta guerra nucleare “limitata” avrebbe conseguenze climatiche catastrofiche a livello globale. Un nuovo studio dell’IPPNW mostra che una guerra nucleare tra India e Pakistan, entrambi stati dotati di armi nucleari e spesso in conflitto, che utilizzi meno del 3% degli arsenali nucleari mondiali, potrebbe uccidere fino a una persona su tre sulla terra. Lasciando intatto il 97% delle armi nucleari del mondo, questo scenario plausibile altererebbe il clima mondiale in modo tale da ridurre i tempi di raccolta dei cereali di base da cui dipendono molte popolazioni, portando a una carestia globale nei decenni a seguire.
Anche quando le armi nucleari non vengono utilizzate, il loro mantenimento e produzione sottrae fino a 82,9 miliardi di dollari all’anno che potrebbero essere destinati agli investimenti necessari in energie rinnovabili, finanziamento di perdite e danni e altri sforzi di mitigazione del clima. Inoltre, la sola produzione di armi nucleari provoca immensi danni umani e ambientali.
La soluzione alla crisi climatica deve includere il disarmo nucleare.
I.E.