PISTOIA: DIALOGHI DI PISTOIA

Al via la quindicesima edizione, promossa dalla Fondazione Caript e dal Comune di Pistoia, ideata e diretta da Giulia Cogoli (dialoghidipistoia.it).

Nutrire il corpo e la mente è il tema che guida le riflessioni

I Dialoghi, 55 gli incontri, parleranno del rapporto degli esseri umani con il cibo. Perché come ha scritto Ludwig Feuerbach «siamo ciò che mangiamo»: ma non basta, infatti, che una pianta o un animale siano commestibili da sempre scegliamo il cibo per tabù mode, norme sociali e religiose e sempre più per motivazioni ecologiche e prospettive sul futuro.

«La scelta del cibo oggi è indicativa di gusti, ideologie, mode e persino di prospettive sul futuro. Ci dividiamo in “tribù” alimentari: vegetariani, vegani, fruttariani, strenui difensori dell’onnivoro, parlare di cibo dunque significa parlare di identità, culture, comunità ed ecologia. Senza dimenticare che ancora troppa gente soffre di denutrizione o di malnutrizione, mentre in alcune parti di mondo si spreca e si getta via il cibo in abbondanza, e le malattie legate all’alimentazione sono un dato sempre più in aumento» riflette la direttrice del festival Giulia Cogoli. Quest’anno il Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia, alla sua settima edizione, è assegnato a Corrado Augias, uno dei protagonisti più attenti e profondi della nostra società e della nostra cultura. Alla consegna del premio, sabato 25 maggio in piazza del Duomo, seguirà l’incontro Dialoghi e parole per l’Italia di oggi. In un’epoca di veloce transizione, di scomparsa di valori che credevamo intramontabili, di nuove paure e grande incertezza, Augias in colloquio con l’antropologo Marco Aime, vuole andare controcorrente, rallentare di fronte alla continua accelerazione di immagini e parole.

Giulia Cogoli ph. Mattia Modica

VENERDÌ

Di cosa hanno fame oggi i giovani? Il festival si apre con la conferenza inaugurale della filosofa e scrittrice Michela Marzano, una domanda e insieme un invito rivolto a tutti gli adulti a ricercare e individuare ciò di cui i ragazzi e le ragazze di oggi hanno davvero bisogno. Non ci si nutre infatti solo di cibo, ma anche e soprattutto di parole, quelle che permettono di nominare le mille sfumature di ciò che ci circonda.

In serata spazio allo spettacolo con due imperdibili appuntamenti nei teatri di Pistoia e Pescia. Sul palco del teatro Manzoni saliranno Il trombettista e compositore Paolo Fresu e il pianista cubano Omar Sosa che saranno i protagonisti di FOOD.

FOOD è un concerto originale ed emozionante percorso sonoro in cui si alternano i suoni tipici di cantine e ristoranti – registrati nel corso di un intero anno – a voci narranti che, in italiano, sardo, francese, inglese, friulano e giapponese, raccontano ricette, ambientazioni culinarie e socialità. Una dedica suggestiva e coinvolgente al mondo del cibo e al suo linguaggio universale.

Al teatro Pacini di Pescia l’attore Peppe Servillo, accompagnato dal pianista Natalio Luis Mangalavite, porterà in scena il reading musicale tratto dal libro più amato del grande scrittore e viaggiatore Tiziano Terzani: Un indovino mi disse.    Lo spettacolo replica sabato 25 al teatro Manzoni di Pistoia.

Il fondatore della neurobiologia vegetale Stefano Mancuso nella conferenza Una specie senza limiti: come fare a non mangiarsi la terra prospetta le possibili strategie da mettere in atto per conciliare la nostra presenza sul pianeta compatibile con il nostro futuro.

Chiude la prima giornata dei Dialoghi la proiezione del documentario Food for profit, di Pablo D’Ambrosi, film-maker italo britannico, e Giulia Innocenzi, giornalista d’inchiesta e conduttrice televisiva. L’indagine investigativa mette in luce l’orrore degli allevamenti intensivi.

SABATO 

Il vino non è solo alcool. In Cosa vuol dire vino Daniele Cernilli – giornalista e critico enologico, tra i fondatori de Il Gambero Rosso – percorre i modi in cui il vino è stato raccontato.

Andrea Segrè, professore di economia circolare e fondatore di Last Minute Market, nel corso della conferenza Per un’educazione alimentare a spreco zero affronta uno dei temi più urgenti della contemporaneità, raccontando anche alcune utili e buone pratiche, per un consumo più consapevole, come la campagna Spreco Zero.

Nella conferenza Di che cibo sei? Religioni, diete e tribù alimentari l’antropologo della contemporaneità Marino Niola spiega come abbiamo trasformato l’alimentazione in una forma di ascetismo laico, e l’etica in dietetica.

Nel corso dell’incontro Agricoltura spaziale: piantare patate su Marte,l’esperta di coltivazione vegetale in sistemi di controllo ambientale biorigenerativo Stefania De Pascale – responsabile del Laboratory of Crop Research for Space nato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea – illustra le più avanzate soluzioni a supporto della vita dell’uomo nello spazio.

In Cavallette a colazione. I (dis)gustosi cibi del futuro l’antropologa culturale Gaia Cottino guida il pubblico alla scoperta dei novel food,nuovi alimenti a basso impatto ambientale che, a causa dell’emergenza climatica, entreranno a far parte delle nostre abitudini alimentari.

Nel 2022 circa 735 milioni di persone hanno sofferto la fame e 2,4 miliardi hanno vissuto in stato di insicurezza alimentare: la fame, tuttavia, non è legata soltanto alla mancanza di cibo sul pianeta, ma è frutto di scelte precise.

Nell’incontro Il pane e la parola. Cos’è la solidarietà, lo storico e studioso del fenomeno religioso Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, spiega perché la fame è anche questione, oltre che di cibo, di relazioni.

Nell’incontro Tabu. Non mangerai di questo cibo l’antropologo culturale Adriano Favole ci conduce in un viaggio in giro per il mondo, alla scoperta dei cibi proibiti e delle ragioni – simboliche, religiose, materialistiche – che ne vietano il consumo.

L’antropologa Elisabetta Moro nella conferenza La dieta mediterranea, storia e benefici, ci consente di riscoprire le virtù di questa grande eredità culturale.

Enzo Bianchi, monaco, saggista e fondatore della Comunità di Bose, è il protagonista della conferenza Cibo, tavola e condivisione: condividere la mensa è il segno di un legame di fraternità, che assume un valore ancora più alto in tempi di scarsità.

In Fabbriche di carne, il giornalista e regista Stefano Liberti ripercorre la storia degli allevamenti intensivi, analizzando l’impatto crescente che questo modello di produzione ha sulle campagne, sulle città, e sul rapporto uomo-animale.

La seconda giornata del festival si conclude con la proiezione di Petit paysan – Un eroe singolare, acclamata opera prima del cineasta francese Hubert Charuel.

DOMENICA

 L’antropologo Vito Teti, in Cosa mangio qui? Cibo, memoria, migrazioni parte da un interrogativo che l’homo sapiens si pone da sempre, in tutti i contesti storici e culturali in cui è vissuto, lo stesso che si sono posti tutti i migranti e i viaggiatori, quello che ci poniamo anche noi oggi, nel periodo in cui luoghi e cibo stanno diventando “eccessivi” o “inesistenti”. Da un lato i mondi dell’obesità e dello spreco, dall’altro quelli della penuria, della fame e della sete.

Senza carne. Perché abbiamo imparato a essere (anche) vegetariani? è il titolo della conferenza dello storico dell’alimentazione Massimo Montanari, che ci conduce alle origini del vegetarianesimo e delle motivazioni che hanno determinato questa specifica scelta alimentare, paradossale, se si pensa che la specie umana è biologicamente onnivora.

Anoressia, bulimia, binge eating: i disturbi dell’alimentazione edella nutrizione sono un tema di crescente attualità e urgenza. Ne parla lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi nella conferenza Quando il cibo racconta il dolore psichico.

Ci si confronterà con la scrittrice e critica gastronomica Camilla Baresani nell’incontro: Alta cucina senza tabù.

La psicologa e psicoanalista, Laura Pigozzi, in Educo come mangio, racconta come in famiglia l’eccesso di cibo, di amore, di controllo e di dipendenza rischia di interrompere un vero scambio con i figli. Questo incontro apre un ciclo di lezioni promosse da Fondazione Hapax – Synapsis rivolte ai genitori. Il cibo non è infatti solo nutrimento, ma è un discorso, un esperanto relazionale: mangiare o non mangiare per un bambino significa comunicare qualcosa a chi lo cura.  

L’immersione nella “gastro-pornografia” – spiega la sociologa Luisa Stagi nella conferenza Food porn e dieta. La nuova comunicazione del cibo – ha prodotto un linguaggio specifico spesso per parlare di sé, dei propri posizionamenti identitari o anche solo per subliminare il desiderio di consumo.

La raccomandazione per una sana alimentazione è, invece, quella di scegliere ingredienti semplici e naturali, prestando sempre attenzione alla varietà e alla biodiversità.

Nell’incontro Curarsi con il cibo: gli ingredienti della longevità Franco Berrino, medico, patologo ed epidemiologo – decano degli studi sulla prevenzione – traccia le linee guida fondamentali per alimentarsi correttamente e vivere bene.

Lo scrittore Antonio Manzini e l’antropologo Marco Aime – in Ero carnivoro ma sto cercando di smettere: tentativi di consapevolezza alimentare – discutono del fatto che gli esseri umani, pur essendo una specie onnivora, orientano gusti e preferenze sulla base di principi etici, influenzando così alcune scelte determinanti sul piano ambientale, economico e politico. 

In chiusura della manifestazione la proiezione del film Club Zero della regista austriaca Jessica Hausner, un thriller psicologico.

Accompagnano gli incontri la mostra fotografica Mercati, cibi e aromi .

I.E.

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