La biodiversità è di casa nel comune di Ravenna
Centinaia di esemplari giovanili di storione, cobice ed anguilla
sono stati liberati nei tratti finali dei fiumi Bevano e Lamone
La biodiversità è di casa nel comune di Ravenna. Il Centro di ricerca universitario di Cesenatico (Corso di laurea in Acquacoltura e Igiene delle Produzioni Ittiche) dell’Università di Bologna con i parchi Costa Edutainment romagnoli – Acquario di Cattolica, Oltremare di Riccione, insieme al Parco Lombardo del Ticino, alle Amministrazioni comunali e provinciali di Ravenna, i Carabinieri per la Tutela Forestale e all’Associazione dei Capannisti (i pescatori sportivi che occupano i tradizionali capanni sul Delta del Po e da anni “guardiani” dell’area), hanno liberato qualche giorno fa in centinaia giovani di storione, cobice ed anguilla europea lungo i tratti terminali dei fiumi Bevano e Lamone.
“Esprimo grande soddisfazione – afferma Gianandrea Baroncini, assessore all’Ambiente del Comune di Ravenna – per la liberazione dei piccoli di storione ed anguilla, che consente a specie autoctone a rischio estinzione di sopravvivere e di ristabilire un equilibrio naturale nel corso dei nostri fiumi”.
Queste attività scaturiscono dalla collaborazione esistente già da numerosi anni tra l’Università di Bologna, il Parco Lombardo del Ticino, l’Acquario di Cattolica ed il parco Oltremare di Riccione grazie a 2 progetti LIFE NATURA a supporto di specie ittiche minacciate, finanziati dall’Unione Europea: il Life Natura Con.flu.po (www.life-conflupo.eu), che va concludendosi e che ha previsto azioni mirate sullo Storione cobice dell’Adriatico (Acipenser naccarii) ed il neonato LIFE NATURA LIFEEL rivolto all’anguilla europea (Anguilla anguilla).
“Siamo felici di consolidare il rapporto con il comune di Ravenna – dice Oliviero Mordenti, ricercatore dell’Università di Bologna – nonostante il periodo difficile. La zona del Delta è un’area che molto si adatta alla vita di questi animali. In particolare, gli storioni liberati oggi (300 esemplari di 4 mesi di età e 4 esemplari di 3 anni di età) sono nati nel Parco Lombardo del Ticino e poi allevati e cresciuti in parte nelle vasche del Centro universitario di Cesenatico ed in parte nell’Acquario di Cattolica.
Si tratta di un’importante azione di reintroduzione in natura di questo esemplare che ormai è estinto da oltre 50 anni. Per quanto riguarda le giovani anguille (250 animali), che avrebbero avuto una destinazione commerciale, prima di essere liberate sono state riportate nelle vasche dell’Università ad una alimentazione naturale ed adattate alla vita esterna. Mi auguro che anche per i prossimi anni ci sia nuovamente questa location per la liberazione e che aumentino i posti in Romagna per la ‘semina’ di queste specie ittiche veramente speciali”.
MDG