Sud Sudan: UNICEF, continua impegno per rilascio e reintegrazione ex bambini soldato
In Sud Sudan l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno avviato un programma che punta al rilascio e alla reintegrazione dei bambini soldato. Nel Paese africano risultano almeno 12mila i minori che nel 2014 sono stati reclutati e utilizzati come soldati sia dalle forze armate sud sudanesi sia dai diversi gruppi ribelli. In gran parte si tratta di bambini di età che varia tra gli 11 e i 17 anni e che non sono stati reclutati con la forza, ma hanno aderito volontariamente al reclutamento. E’ stato nel 2009 che il governo del Sud Sudan ha preso formalmente l’impegno al Piano d’Azione con le Nazioni Unite per porre fine all’arruolamento e uso dei bambini nelle forze armate governative e di altre gravi violazioni contro i bambini. Un impegno rinnovato poi, nel 2012. Da allora sono stati smobilitati più di mille bambini e le direttive militari hanno vietato l’uso e l’arruolamento di bambini. Inoltre, è stata creata speciale unità dell’esercito dedicata alla protezione dei bambini.
Ora si punta alla smobilitazione di almeno altri 3mila bambini soldato. Si tratta di minori che sono stati arruolati da un gruppo armato attivo nel Sud Sudan. Se l’operazione dovesse avere successo si tratterebbe della più grande operazioni di smobilitazione mai realizzate finora. Affinché ciò possa realizzarsi l’UNICEF si sta muovendo in tutte le direzioni. Il 25 gennaio scorso un primo gruppo composto di 280 minori è stato già liberato. Il rilascio è avvenuto presso il villaggio di Gumuruk nello Stato del Jonglei, nel parte orientale del Paese. La smobilitazione dovrebbe continuare anche il prossimo mese di febbraio. Ai minori rilasciati sono state assicurate cure mediche, cibo, acqua e vestiti. Inoltre, per prepararli al ritorno in famiglia a breve inizieranno un percorso di sostegno psicologico, e successivamente riprenderanno a studiare o a seguire programmi di formazione professionale. Al momento è in corso un lavoro di identificazione dei minori in modo da poterli riunire, se possibile, alle loro famiglie. Si tratta di un lavoro complesso e reso difficoltoso anche dal fatto che in Sud Sudan vi più di un milione di bambini risultano rifugiati all’estero a seguito del conflitto interno riesploso nel dicembre del 2013 poco dopo la proclamazione dell’indipendenza dal Sudan del Nord. L’UNICEF ha stimato che il costo per il reintegro di ogni minore ex soldato bambino si aggiri intorno ai 2.300 dollari da spendere in 24 mesi. Finora l’agenzia Onu ha ricevuto 1,6 milioni di euro da IKEA Foundation e ha lanciato un appello per ricercare donatori di ulteriori 10 milioni dollari a sostegno del programma.
Elodia Policarpio